È emblematico osservare come la paura dell’Ebola si è diffusa in tutto il mondo, quando per il momento l’ebola è circoscritta nell’Africa occidentale, con qualche caso sporadico in Europa o in America.
Abbiamo provato indignazione nell’osservare il peso mediatico che si è dato all’ebola, solo ultimamente, perché il virus ha varcato i suoi confini geografici.
Proviamo disgusto nell’osservare la strumentalizzazione della morte, della malattia e della paura, riguardo a temi così delicati. Perché esistono morti di diverso ordine? Malati di diverso ordine? Perché si fomenta la paura?
Queste e altre osservazione ci hanno spinto ad approfondire la relazione tra paura e contagio. Perché cambia il tema dell’ordine del giorno, ma questo sentimento di fondo rimane.
È possibile trasmettere le paure per contagio?
Olivero Ferraris:
La paura è molto contagiosa, perché noi siamo degli animali gregari che vivono in gruppo e se qualcuno individua una minaccia, la trasmette agli altri attraverso segnali specifici. Scatta l’allarme che, spesso, anziché venire elaborato al fine di trovare una soluzione adeguata per fronteggiarlo, si trasforma in panico incontrollabile.
Da <http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=899>
Come si trasmette?
Dal libro ” Chi manipola la tua mente” di Oliviero Ferraris
“Oggi si nota, sempre più diffuso in taluni ambienti, un sovvertimento dell’ordine dei valori: la comunicazione corretta viene bollata come ingenua e, di contro, si ammirano i “comunicatori” che manipolano l’informazione a proprio uso e consumo.
Nel mondo dello spettacolo, della politica, del commercio e del management l’efficacia è il valore a cui viene dato il ruolo primario, mentre l’approfondimento e l’argomentare corretto sono, da molti, considerati degli optional, a volte dei veri e propri fastidi: l’obiettivo primario non è la conoscenza e neppure la costruzione di rapporti interpersonali basati sul rispetto e la reciproca fiducia, bensì riuscire a cambiare le attitudini delle persone a proprio vantaggio, abilmente e furbescamente, senza che esse se ne accorgano o possano controbattere. Oppure aiutarle ad imporsi agli altri, insegnando loro tecniche e trucchi. In una società così fatta è la comunicazione stessa a cambiare statuto, perché il linguaggio viene utilizzato come mezzo di persuasione. Il che trasforma la comunicazione in un vano (seppure “efficace”) esercizio di retorica, quando invece dovrebbe essere, soprattutto in una società che si dice democratica, uno scambio tra interlocutori che mettono in comune ciò che hanno da dire e che, nello sforzo vicendevole di convincersi, ricorrono ad argomentazioni esplicite non a subdoli trucchi. ”
http://www.oliverio.eu/anna/curriculum_anna.htm
Dopo queste brevissime riflessioni,vi lasciamo con questo docufilm, dal titolo ” Niente paura”,una nostra risposta un po’ ” pop” a questo sentire comune che ormai caratterizza il nostro tempo.
https://www.youtube.com/watch?v=_C-CKD-N2so
Di seguito una delle recensioni al docufilm che ci ha colpito di più.
In realtà è un altro motto che condividiamo, diffuso dalla rai: #piùculturamenopaura.
Con questo blog, con i nostri articoli, anche se non siamo dei giornalisti, speriamo di poter contribuire nell’abbattere le barriere mentali che la paura contribuisce a costruire. Barriere mentali che nel secolo scorso hanno portato alla costruzione de veri e propri muri.
Vi lasciamo con una breve anteprima. Il prossimo articolo della sezione etulas sarà: “medici senza paura”
Rajaa e Sabrin A.