le chiavi dei due mondi

 Chi sono io?

Articolo sullo Ius Soli

 

A chiunque di noi è capitato in un momento della vita di soffermarsi a riflettere su questioni di questo tipo. E la risposta non è per niente facile. Viviamo in un Mondo estremamente complesso, frammentato fatto di pluralità. E spesso ci capita di sentirci persi, sovrastati dalla pluralità di stimoli a cui ci sottopone la società.

“Gli uomini e le donne dei nostri tempi sono ossessionati dallo spettro dell’esclusione” scrive il sociologo Zygmund Bauman nel saggio: “Intervista sull’identità”. Questo è dovuto al fatto che la società è in continuo cambiamento, diventa quasi liquida e gli esseri umani si mettono ogni giorno in discussione e investono grandi risorse per costruire una propria identità.

E davanti ad un mondo caratterizzato dalla liquidità delle strutture e delle istituzioni sociali si sente l’esigenza di appartenere a un contesto sociale ben determinato.

Si sente l’ossessione identitaria.

Quest’ossessione colpisce spesso tutte quelle persone che vivono nel nostro Territorio ma non sono in possesso della carta d’identità. Sono coloro che vivono e lavorano in Italia ma non sono definibili giuridicamente come italiani. Sono definiti extracomunitari. Spesso scappano da guerre o da dittature e vengono nel nostro Paese per ricrearsi una propria identità e per essere rispettati come esseri umani. Vivono e lavorano da noi da molti anni e hanno dato vita a una nuova generazione, di figli che sono nati in Italia, parlano la nostra lingua, hanno frequentato le nostre scuole e che oggi si ritrovano ad avere la maggiore età. Loro spesso vivono in maniera conflittuale il problema dell’identità.

Cercano un “NOI” a cui poter appartenere ma spesso nel paese in cui vivono sono visti come stranieri nonostante loro si sentano Italiani. Per la Costituzione l’uomo è un soggetto inserito in una trama di rapporti che ne definiscono l’identità ma per la nostra legislazione la cittadinanza italiana si eredita dai genitori. Siamo di fronte a una grande contraddizione che genera disagio e ostilità in questi ragazzi italiani di seconda generazione. Sono una ricchezza per il futuro del nostro paese ma legalmente non sono riconosciuti veramente come Italiani e spesso si aggrappano alle loro radici identitarie e alla cultura dei propri padri per sfuggire al senso di smarrimento identitario. Cercano l’integrazione nel paese in cui sono nati e cresciuti ma spesso vengono ostacolati dalle barriere identitarie e dai pregiudizi. Tutto questo è dovuto alla paura del diverso che hanno messo in testa alle persone i partiti populisti che si richiamano all’idea di italianità pura e di identità. Ma guardiamo indietro al nostro passato, l’Italia è sempre stato un crocevia di popoli essendo al centro del Mediterraneo. La grande forza degli antichi Romani è stata proprio la tolerans infatti tolleravano all’interno dell’impero gli altri culti religiosi purché rispettassero l’Imperatore Romano. Perciò i valori di tolleranza e collaborazione sono un patrimonio antico da richiamare in auge in un momento di crisi come questo. Un documentario che affronta il tema del diritto di cittadinanza per i Ragazzi di Seconda Generazione è: 18 Ius Soli di Fred Kuwornu. Nel documentario ci sono diverse interviste a ragazzi nati e cresciuti in Italia ma di origini straniere, ed emergono le loro difficoltà ma anche le loro speranze di cambiamento. Il problema da risolvere è quello di togliere le barriere artificiali causate da leggi inadeguate.

ius

( LINK documentario: http://vimeo.com/m/67570306)

 

E adesso la parola a una di “loro”! Segue all’articolo una piccola intervista a Dunya* ragazza di origini marocchine ed egiziane, italiana di seconda generazione.

*Dunya è un nome di fantasia, scelta dall’intervistata. Duniya in arabo significa mondo. E non è stato scelto a caso, perché lei si sente cittadina del mondo.

 

I: Ciao Dunya, anche tu come i ragazzi del cortometraggio 18 Ius Soli hai faticato ad essere riconosciuta sia socialmente che giuridicamente come cittadina italiana?

 

D: Ciao! No non ho faticato ad essere riconosciuta come cittadina italiana perché per fortuna c’è stato mio padre che mi è stato vicino passo dopo passo anche se ci sono rimasta molto male per il fatto che nonostante fossi nata, cresciuta in Italia quindi italiana di fatto, non lo fossi sulla carta. E poi non capivo e non capisco ancora ora il perché io pur essendo nata in Italia come i miei coetanei, i miei amici e i miei compagni di scuola dovevo necessariamente fare domanda per la cittadinanza italiana. Perché fare una domanda per un diritto che io avevo già acquisito nascendo in Italia? E poi un ricordo che non dimenticherò mai, è che dovevo rilasciare le mie impronte digitali, questo mi ha fatto sentire un po’ come una fuorilegge che doveva essere necessariamente schedata perché poteva essere un pericolo. Forse guardavo molti polizieschi allora!

 

I: Ti senti più italiana o marocchina?

 

D: Bella domanda! Più italiana o più marocchina, in realtà il mio caso è particolare nel senso che ho più di due cittadinanze! Ho quella italiana, quella egiziana e quella marocchina. Questo ha fatto maturare in me il pensiero che noi, tutti quanti, siamo cittadini del mondo! Il Mondo ormai non è più un piccolo paese e la nostra città non è più un piccolo paese, è più facile andare fino in capo al Mondo e poi mi piace fantasticare sul fatto appunto che mio padre è egiziano e mia madre marocchina e io nata e cresciuta in Italia, metti che mi sposo con un pakistano che a sua volta ha origini francesi e inglesi, però è nato in Pakistan e poi insieme io e lui decidiamo di andare in America o Inghilterra e lì nasce il nostro bimbo. Così avrebbe la bellezza di sette origini! :D

 

I: Hai trovato difficoltà ad integrarti nel tuo paese?

D: No non ho avuto difficoltà ad integrami se per integrazione intendiamo appunto ciò che è scritto nei vocabolari, non tutti intendono la parola integrazione allo stesso modo. Integrazione significa, da quello che ricordo, arricchire la società con quel qualcosa in più che, quel valore aggiunto,che noi ragazzi di seconda generazione abbiamo.

Siamo le chiavi dei due mondi, al capo tra i due mondi, fungiamo spesso e volentieri da ponte! Spesso mi è capitato di tradurre ciò che mia madre voleva dire in italiano e spesso ho tradotto ciò che amiche di mamma dicevano in italiano in arabo. Questo è solo uno degli esempi di come siamo in realtà utili in tutte e due le culture.

 

I: Hai mai avuto delle crisi di appartenenza identitaria?

 

D: No, nessuna crisi identitaria se non quella che possiamo avere tutti quanti in fase adolescenziale in cui cresciamo e giorno dopo giorno capiamo chi siamo e come siamo fatti e poi conoscendo le mie origini siciliane i melodrammi interiori non mancano!

 

I: Ti senti straniera in Italia?

D: No, anzi ti dirò mi è capitato di sentirmi più straniera in Egitto che in Italia eppure qui spesso vengo vista come straniera! Alla domanda “che origini hai?” rido!

Rido perché la trovo una bella domanda e chiedo: “in che senso?” Poi dico che provengo dalla Sicilia e loro mi guardano un po’ titubanti. Quando vedono che porto il velo mi chiedono le mie origini quando invece il portarlo è una scelta personale e che riguarda la mia religione ma non ha a che vedere con la mia nazionalità.

 

I: Cosa pensi si potrebbe fare per migliorare la situazione dei ragazzi di seconda generazione, come ad esempio la questione dei documenti?

 

D: Le situazioni spiacevoli purtroppo non le vivono soltanto i ragazzi di seconda generazione ma in generale per colpa dei partiti populisti e qualunquisti ad impronta di estrema destra si crea sempre questa lotta tra poveri in cui spesso i primi sono gli italiani stessi a doversi integrare. Pensando alle situazioni dei ghetti periferici di Roma o Milano. Un grande ruolo ce l’hanno i mass media ma anche le scuole e poi si legge poco. Una soluzione che propongo è proprio quella di far arrivare la mia testimonianza tramite il blog a tutti per falsificare quelle etichette che spesso i mass media ci affibbiano.

 

I: Qual’è la tua aspirazione nella vita? Pensi di poter essere una ricchezza per lo stato Italiano?

 

D: Forse peccherò di presunzione, ma la mia grande aspirazione non è quella di essere una ricchezza solo per l’Italia ma per il Mondo! Come il Profeta* ci insegna lui stesso che è sceso come Misericordia per i Mondi. E io spero di poter portare a termine in questa mia piccola vita il suo insegnamento.

 

 

 

 

Salomé

About Salomé

Ciao mi chiamo Maria Antonietta Patti, ho 20 anni e provengo dalla Sardegna. Nelle mie vene scorre sangue siciliano e sardo. Sono una ragazza sensibile, spesso il mio animo è teso alla malinconia e alla riflessione ma a tratti vedo il Sole di fronte a me e sprizzo di energia ed entusiasmo. Mi piace mettermi in gioco e spesso mi butto in varie attività. Sto studiando Formazione Primaria per poi diventare futura maestra della scuola dell'infanzia o primaria. Penso che sia l'unico modo per partire alla base della società e dare un contributo sostanziale per il miglioramento delle nuove generazioni. Parallelamente sto studiando musica: il bel canto. Le mie passioni sono soprattutto:la musica classica, il cinema "particolare" e di nicchia, il teatro delle ombre, la letteratura *-* (soprattutto romanzi). Mi sono iscritta a questo blog perché da sempre sono stata interessata alla cultura islamica e perché voglio dare un contributo con ció che so e amo. Mi occuperó di cinema con tema interculturale e di immigrazione (temi a me cari). Vi ringrazio per l'ascolto. Ciao