Categorized | a te lo zoom

Islam: una fede che effonde pace e misericordia

la pace nell'islam

Islam: una fede che effonde pace e misericordia

Dopo aver presentato nel precedente articolo il concetto di Adorazione, premessa assai fondamentale da anteporre a qualsiasi genere di discorso, cominciamo a mostrare al lettore la base dell’imponente e maestoso edificio della dottrina islamica. Una base che si esemplifica in modo lampante e conciso nel nome stesso di questa nobile fede. Di fatto, il termine “islam” trae una delle sue radici dalla parola “assalam”, che significa “pace” [1]. Chiunque si dedichi allo studio approfondito della dottrina islamica, potrà facilmente dedurre che non si tratta di una semplice etimologia linguistica, bensì di un vero e proprio stile di vita: la saggezza sottesa a tante norme divine trova spiegazione proprio nella necessità di garantire una convivenza pacifica e un ordine sociale, senza i quali la quotidianità di ciascuno di noi sarebbe ostacolata.
Ciò deriva dal desiderio di proteggere e di preservare la vita di qualsiasi essere umano, avendo questo un alto rango nell’islam. Infatti nel Sublime Corano si legge: “In verità abbiamo onorato i figli di Adamo, li abbiamo condotti sulla terra e sul mare e abbiamo concesso loro cibo eccellente e li abbiamo fatti primeggiare su molte delle Nostre creature” [2]. Anzi, emerge nell’islam una visione della vita basata sulla reciproca conoscenza tra le persone, indipendentemente dal loro credo, provenienza o cultura. Ciò è attestato da questo passo del Sublime Corano: “O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo teme. In verità Allah è sapiente, ben informato”. [3]
Questa filosofia di vita non si riduce a vuote argomentazioni fine a stesse, bensì trovano una esemplare concretizzazione nella figura del profeta Muhammad- che Iddio lo elogi e lo preservi. Con il suo comportamento è stato un modello che ha insegnato ai credenti il rispetto e la benevolenza verso gli altri. Dopo circa tredici anni dall’inizio della sua predicazione, i musulmani -sotto la sua guida- dovettero fuggire da Mecca, per sottrarsi alle violente persecuzioni, e decisero di andare in una città vicina di nome Yasreb (poi denominata Medina) dove vivevano molti ebrei. Appena arrivato, stipulò con loro un patto, messo per scritto, al fine di garantire ad entrambe le parti una convivenza armoniosa e pacifica. Alcuni tra gli articoli recitano [4]:
1) “invero gli ebrei di Bany ‘auf [così erano chiamati] sono una comunità insieme a quella dei credenti [musulmani]. Agli ebrei la loro fede, e ai musulmani la loro”. Con ciò viene quindi garantita la totale libertà di credo, un concetto fondamentale che il testo coranico ribadisce nel versetto che recita “Non c’è costrizione nella religione”.
2) “La vittoria è per colui che ha subito un torto”. Questo articolo invece rimarca in modo cristallino come la giustizia nell’islam sia l’unico arbitro nelle relazioni interpersonali: chiunque subisce un torto o perda ingiustamente i suoi beni, deve essere aiutato finché non gli vengano restituiti, e venga punito chi ha commesso la violazione.
3) “Tra di loro [ebrei e musulmani] si devono consigliare nel bene, e ci deve essere benevolenza e non trasgressione”. Dunque si vietano i conflitti interni, e si invita all’aiuto reciproco tramite il sincero consiglio.
Questi articoli, e altri, riflettono-più in generale- lo spirito del messaggio divino, il quale non solo proibisce la violenza (“E non trasgredite, che Allah non ama coloro che trasgrediscono” [5] ) ma anche solo il sostenerla: “Aiutatevi l’un l’altro in carità e pietà e non sostenetevi nel peccato e nella trasgressione” [6].
Come ultimo appunto, è foriero di riflessioni mettere in luce il fatto che la fede islamica infonda agli stessi fedeli una pace interiore, sia nella vita terrena che nella loro Ultima dimora. Ecco alcuni esempi:
1) Il saluto che viene scambiato (anche tra due persone che non si conoscono). Questo consiste nella formula “As-salamu alaykom wa rahmatu Llahi wa barakatuhu”, ovvero “siano con voi la pace e la misericordia di Allah e le Sue benedizioni”. Può apparire questa una semplice espressione di saluto, ma in realtà disciplina la lingua del credente, rendendola sempre una fonte di augurio di pace al prossimo.
2) Uno degli attributi di Allah è “assalam”, ovvero “La Pace”. Infatti Il sublime Corano ripota: “Egli è Allah, Colui all’infuori del Quale non c’è altro Dio, il Re, il Santo, La Pace, il Fedele, il Custode, l’Eccelso[…]” [7].
3) Il paradiso promesso ai credenti si chiama “dar assalam”, ovvero “la dimora della pace”. Nel Sublime Corano leggiamo infatti: “Allah chiama alla dimora della pace e guida chi Egli vuole sulla Retta via” [8]. Inoltre il saluto tra gli stessi abitanti del paradiso è sempre “assalam”, cioè “pace”, come riportato dal versetto: “Nel giorno in cui Lo incontreranno, il loro saluto sarà: “Pace”. Egli ha preparato per loro generosa ricompensa” [9].
4) La Notte del Destino- quella cioè in cui Allah (gloria a Lui l’Altissimo) rivelò al profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) il Sublime Corano- è stata descritta come una notte di pace: “La notte del Destino è migliore di Mille mesi. In essa discendono gli angeli e lo Spirito, con il permesso del loro Signore, per[fissare] ogni decreto. è pace, fino al levarsi dell’alba” [10].
Una fede dunque che effonde pace e misericordia, che coltiva nel cuore di ogni sincero credente l’amore fraterno, il rispetto e la benevolenza. Gli esempi che sono stati riportati, sia dalla nobile vita dell’inviato di Dio che dal testo coranico, bastino a chi vuole realmente conoscere la spiritualità della dottrina islamica, lontano da pregiudizi infondati. Quanto esposto però non vuole in alcun modo esaurire la questione posta, ma offrire un alternativo spunto di riflessione, e una esortazione al lettore perchè approfondisca in modo autonomo i pilastri di questa nobile fede, sia per non sentirsi sballottato dai pregiudizi e dalle strategie mediatiche, sia perchè “la diversità è ricchezza”.

Bibliografia:
[1]: tratto dal libro “kitab feqh assunnah” di Sayyed Sabeq.
[2]: Sublime Corano. 17:70
[3]: Sublime Corano. 49:13
[4]: Tratto dal libro “Arrahik Al-makhtum” di Safeyy Arrahman Almubarakfury.
[5]: Sublime Corano. 2:190
[6]: Sublime Corano. 5:2
[7]: Sublime Corano. 59:23
[8]: Sublime Corano. 10:25
[9]: Sublime Corano. 33:44
[10]: Sublime Corano. 97:4,5