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Storie di filastrocche, donne e coraggio. “Gli ultimi incantesimi” Silvana de Mari

Una storia di donne, di filastrocche e di coraggio quella di cui vi parlerò oggi.

“Gli ultimi incantesimi” è uno dei miei libri preferiti, e non piangevo così dai tempi in cui leggevo Philip pullman o finivo la saga di Harry Potter.

È già passato un anno da quando ho riletto quel libro, ma mi è tornato alla mente l’altro ieri, mentre stavo leggendo un articolo su The Post Internazionale a proposito delle donne nigeriane rapite da boko Haram, che le volevano metterle incinte, spiritualmente convinti che col loro seme avrebbero trasmesso anche la loro ideologia (terribile).

Tra le donne protagoniste di questo romanzo ci sono le orchesse, le donne degli orchi, in particolare una madre e tre figlie.

Sono creature private di ogni espressione personale, non esistono specchi in quel mondo, e i loro abiti sono pezzi di tela con dei buchi per le braccia e uno per la testa. Vivono segregate nelle case, costrette a subire violenze di ogni tipo dal padre e dal marito, unico signore della loro vita. Se escono devono farlo coperte da un altro telo nero coprendosi il viso, e hanno il ventre gelato da un incantesimo molto antico, per il quale il mondo degli orchi ha esaurito tutta la magia donatagli agli inizi del tempo, possono avere figli solo dall’uomo scelto dal loro padre, qualsiasi altro seme le porterebbe senza alternativa alla morte. Vivono private di ogni dignità, talmente tanto prive di forza da essersi anche dimenticate cos’è la ribellione. E quel che partoriscono sono guerrieri che ambiscono la morte, una donna che è un mero corpo che sopravvive a tutti i giorni cosa ha da dare a un figlio? È la persona della madre che inizia a scolpire lo spirito del figlio, rendendolo diverso da tutti gli altri, ma queste donne partoriscono solo soldati, uno uguale all’altro, ecco che il sistema si perpetua, finché una piccola donna nano non regala a loro uno specchio, inizia a fare piccoli ricami di fiori sui loro abiti e a decorare quel poco che hanno, non se ne accorge nessuno finché lo spirito della femmina rinasce dalle ceneri di quelle fenici morte da troppo, iniziano a rendersi conto quanto sono diverse l’una dall’altra, e che sono bellissime, ma l’incantesimo le intrappola, fino a che con il coraggio di un mondo intero la madre delle tre ragazze decide di cambiare le sorti delle loro figlie. E ci riuscirà ma leggete il libro perché ci sono anche le storie di altre donne coraggiose che fanno venire i brividi, e un’antica profezia che si trasmette nel canto più antico delle bambine, perché la profezia lo sapeva che tutto si sarebbe potuto cancellare tranne una filastrocca che di bocca in bocca avrebbe rallegrato i pomeriggi di piccole creature e si sarebbe trasmesso fino al momento della sua realizzazione.

E quando avrete letto il libro andate a leggervi l’intervista dell’autrice (medico chirurgo) sul suo sito. È profondamente convinta che il mondo islamico stia complottando per conquistare l’occidente, e che la violenza è l’unica cosa che sta nei fondamenti di questa religione. È accecata dall’odio e dalla rabbia, ha visto troppe donne con mutilazioni genitali e infibulazioni, forse per questo continua ad odiare.

Racconta che una volta operò una donna che aveva appena partorito e alla quale avevano ricucito le grandi labbra, ma un infezione le aveva bloccato ogni orifizio, le urine insieme al sangue del ciclo erano andati in putrefazione dietro alle cuciture, finché lei, il medico non aveva riaperto, e l’odore sprigionato era tale che gli avvoltoi si erano avvicinati all’ospedale sbattendo contro le finestre.

Questo è il male che può fare una religione nelle mani sbagliate, mani di maschi che vogliono comandare, e di donne che si ritrovano a fare la stessa cosa alle figlie perché se no sono impudiche. Ecco perché lei parla di orchi e orchesse, ed è arrabbiata, scrive parole di fuoco sulla religione musulmana, parole che mi hanno fatto venire i brividi ma mi hanno fatto riflettere molto. Avrei voluto spiegarle che ci sono grandi malanni che affliggono il mondo musulmano odierno, e dirle che il male non è assoluto, neppure il bene, c’è sempre del bene nel male e del male nel bene. Il suo occidente ha fatto un male altrettanto tremendo alle terre d’Africa, e d’Asia una volta e ora continua a farlo indirettamente, mentre questi mondi si stanno continuando a fare del male da soli.

E le operazioni militari di cui parla potranno uccidere una manciata di capi terroristici, ma non eviterà che ne insorgano altri nelle nuove generazioni, l’unica arma che c’è è l’istruzione, quando ci saranno madri istruite, ci saranno figlie che si renderanno conto che non hanno bisogno di alcun uomo per completarsi.

anwal ghulam

About anwal ghulam

io sono Anwal Ghulam, sono di origini pakistane, nata nella bassa reggiana, non saprei cosa dirvi, ogni volta che cerco di farlo mi rendo conto che le parole non sono abbastanza per esprimrere la meraviglia dei pensieri fatti da immagini, suoni, colori che colorano le nostre menti. Studio medicina, e nel tempo libero sono dentro talmente a tante cose che neanche saprei contarvele, ma questo è davvero un gran bel progetto. adoro scrivere, adoro cantare, vivo leggendo e cucire abiti è una passione che ho da quando avevo le barbie , su questo blog mi occuperò di libri e delle loro recensioni, e qualche volta vi farà leggere anche piccole storie che scrivo io